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Michele Antonio Ziccheddu, teologo e iconografo - Accademia Santu Jacu
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MICHELE ANTONIO ZICCHEDDU, teologo e iconografo.

Dopo essersi laureato in Teologia presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna a Bologna, ha conseguito la Licenza in Teologia Fondamentale e Dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, dove attualmente si sta preparando al Dottorato in Sacra Teologia, con particolare attenzione all'iconografia cristiana.

Autore di numerosi articoli e studi sulla teologia, la storia e l'arte dell'icona, è fondatore e docente dell'Accademia Santu Jacu, laboratorio e scuola dedicato allo studio dell'iconografia cristiana e delle tecniche pittoriche antiche.

Svolge anche l’attività di relatore per conferenze, incontri e catechesi con le icone.

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​​​​​PERCORSO ARTISTICO

L’amore per l’arte nasce in me fin da bambino. Sentivo l’esigenza di esprimere il mio mondo interiore attraverso varie forme d’arte: la scrittura, la scultura e soprattutto la pittura. Ero, forse inconsapevolmente, in ricerca di un’arte che mi aiutasse a dare forma alla mia interiorità. Solo grazie al mio maestro delle scuole elementari, pittore, che notò questa passione, venni incoraggiato a formarmi in questa disciplina. Non ho frequentato scuole d’arte istituzionali, ma ho sempre preso lezioni in privato. Studiando ed esercitandomi soprattutto sugli esempi, i testi e gli insegnamenti dei grandi maestri del passato, dal medioevo al rinascimento. Questa scelta è stata dunque, la conseguenza di una mia ricerca personale, di un desiderio interiore che mi spingeva a capire come indirizzare questa mia attitudine verso qualcosa di più spirituale. L’incontro con l’iconografia cristiana è stato per me la chiave per aprire quella porta che mi ha permesso di entrare, finalmente, nella parte più artistica e spirituale della mia anima, e di capire che l’arte poteva diventare preghiera, supplica, dialogo con Dio, e che attraverso le mie opere avrei potuto glorificarlo.

 

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Nel 2005 ho frequentato il corso istituzionale di Iconografia Cristiana, presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, approfondendo, oltre agli aspetti teorici, le tecniche pittoriche dei più importanti maestri delle scuole russe, in particolare quella di Mosca del periodo XIV-XVII sec.

Nel 2006 ho fatto un viaggio studio sul Monte Athos, dove ho avuto la possibilità di studiare le opere dei due principali maestri che hanno affrescato le chiese e i monasteri: Manuel Panselinos e Teofane il cretese. Il confronto con alcuni monaci iconografi è risultato fondamentale per lo sviluppo del mio percorso di formazione spirituale e artistico. Da quel momento ho iniziato a studiare anche le principali scuole iconografiche greche, in particolare quella Macedone e quella Cretese.

In seguito a questi studi sono approdato ad una sintesi stilistica che applico sia alla pittura murale (affresco) che alla pittura su tela e su tavola (tempera all’uovo), la cui caratteristica principale consiste nell’utilizzo di una tecnica a tratteggio largo.

Da qualche anno ho cominciato ad applicare queste tecniche per realizzare altre opere, oltre a quelle iconografiche. Sono rimasto molto impressionato dalla ricerca che hanno fatto altri artisti prima di me. Penso, ad esempio, all'esperienza di Henri Matisse che nel 1911 ebbe modo di visitare i monasteri della Russia e le loro bellezze artistiche e spirituali, riportandone un impressione così grande che, da quel momento in poi, le sue opere appaiono influenzate dal fascino esercitato in lui dalle icone, specie nella ricerca della luce e dell’armonia del colore. Matisse non fu l’unico ad essere travolto dalla dirompente forza dell’icona, né fu il primo ad esserne influenzato. Prima di lui, e anche dopo, molti artisti cercarono di tradurre in parte il linguaggio iconografico cristiano in altre forme di pittura. L’arte occidentale stessa, nel medioevo deve la sua rinascita, secondo quanto scrive il Vasari, all’opera dei maestri iconografi greci chiamati ad affrescare le chiese di Firenze, di cui Cimabue fu allievo e da cui apprese le tecniche, da lui poi venne Giotto e a Siena Duccio di Boninsegna e poi tanti altri. Ma anche nell’arte moderna e contemporanea si possono rintracciare le influenze iconografiche. In Kandiskij, Malevic, perfino in Wharol con le sue ripetitività. Ma tutti questi pittori contemporanei, non provenivano da una formazione iconografica, ne intuivano la profondità e il mistero, ne restavano affascinati ma ne ignoravano la fonte, l’origine, il senso. Forse l’unico che davvero seppe condensare efficacemente gli elementi fondamentali dell’arte bizantina, nella sua anti-naturalità e anti-plasticità fu El Greco, che si formò a Creta come iconografo e solo in seguito nel contatto con la pittura veneziana e italiana, mutò la propria arte, ma inserendo elementi fondamentali dell’iconografia nella sua pittura. In particolare, la luce che come nelle icone non colpisce le figure dall’esterno ma emerge dall’interiorità, ed anche la ricerca del colore e la stilizzazione risentono chiaramente del suo passato e della sua esperienza da iconografo.

Sulla scia di questi, come di altri artisti, anche io, che provengo da una formazione iconografica, cerco di tradurre lo stile o almeno alcune caratteristiche della tecnica, del disegno e del simbolismo dell’icona, nella misura in cui questo è possibile, senza snaturare o confondere i linguaggi, nei miei dipinti non a soggetto sacro. Si tratta di una traduzione non facile, ma la mia esperienza mi spinge a continuare questa ricerca. Quello che cerco in particolare è l’espressione, il ritmo, l’armonia, l’immediatezza, la luce. Soprattutto la luce è l’elemento fondamentale. In natura non esiste il colore, questo esiste grazie alla luce. Nel buio, dove non c’è luce, non c’è nemmeno colore. Distinzione, contrasto, tonalità, sfumature del colore dipendono solo dalla luce.

Perciò quando dipingo non uso il colore ma la luce, e questa emerge gradualmente dalle tenebre, dall’interiorità delle figure, le quali si animano e prendono vita proprio perché nella loro lotta contro le tenebre conquistano la luce.

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© Accademia Santu Jacu 2014
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